lunedì, aprile 30, 2007

San Diego & Surf

A me l'america mi fa venire fame. Cibo, sesso, realizzazione e altre necessità. San Diego è una bella città, per definirla con le parole del nostro amico "una napoli senza i napoletani".
Soleggiata, distesa, intraprendente e ordinata. Piena di attività, molto americana, ridente, gigantesca. Siamo in un appartamento da 180 $ a notte, ospitati per gentile concessione del nostro padre salvatore. La vita è molto diversa rispetto ai giorni precedenti. Non più Motel da quattro soldi, non più dormite scomode, niente più isolamento. Le giornate passano all'insegna del surf. Oggi le onde ci hanno cavalcato tutto il pomeriggio e, con buona probabilità lo faranno anche domani. Cena messicana e birra alla mano. Mi sento un povero pirla di campagna in questa baraonda, le persone sono tante, abituate. Non si sorprendono dei guapi. Ieri siamo andati al parco acquatico "Sea World" per osservare spettacoli di orche, delfini e altri cetacei tenuti a stecchetto. Il clima è mite e la città sembra una via di mezzo tra il paradiso e l'inferno, con palme e ampie autostrade. Spiagge e biciclette. Pettorali e poche sigarette. Ora torno in camera, scrivo da una scala con vista sull'oceano e c'è un po' di vento. Manca poco al ritorno. Cazzo!

[Lapo]

venerdì, aprile 27, 2007

Addio, (ti) Monterey

A volte è necessario dormire con le scarpe. Specialmente quando finisci in uno di quei posti di cui non ti fidi. Nella fattispecie, una bettola schifiltosa della California. Ma non anticipiamo i tempi... ci eravamo lasciati all'arrivo a Montery.
Lasciata la bella cittadina di mare ci siamo inoltrati sulla costa. Consiglio a tutti gli esseri viventi di passare almeno una volta nella vita per la Route 1. Non si tratta di strada ma di libidine. Sfido chiunque ragazza a non innamorarsi dell'uomo che l'accompagni per quei posti. Le rocce scivolano sul mare come burro e tutto si divide fra il verde dei prati, il blu dell'oceano e il rosso delle montagne. Le strade intanto corrono. Incontriamo greggi di mucche e solitari ciclisti intenti superare se stessi mentre guadagnamo in latitudine. Decidiamo di fermarci in un paesino della costa, esattamente Morro Bay, decidendo di affrontare un buon pranzo. Cabernet Sauvignon della napa valley, per rinfrescarci. Pagato il salatissimo conto torniamo alla prima strada d'america, ovviamente proseguendo verso sud. Verso le sei di pomeriggio siamo a Santa Barbara. Questa ridente cittadina è molto ospitale. Giovani multicolori saltano sulle piste da skateboard e ci riposiamo gli occhi ad osservarli. Dopo aver trovato il centro informazioni chiuso decidiamo di non pernottare in zona e ci indirizziamo verso la città degli angeli. La strada corre bene. Raccolte ancora le foto di un brillante tramonto sull'oceano giungiamo a Malibù in serata. Lungo le spiagge rimembranze delle mitiche vedette di baywatch. Il cielo ormai è buio e noi siamo prossimi a Los Angeles. Avete presente? Avete provato ad entrare di notte in una città grossa come una regione d'italia? Sentendoci completamente persi, rimbalzati da 4 o 5 hotel (avendone rifiutati un paio troppo costosi) abbiamo optato per la soluzione più sensata. Provare a muoversi a caso in cerca del primo posto per dormire. Altrimenti, la macchina. Ma ecco che la provvidenza divina ci viene in soccorso e, nel buio della notte, vediamo scintillare una scritta MOTEL. Ci fermiamo. Il posto non è per nulla affidabile. Un cinese chiuso in uno sgabbiotto ci urla il prezzo. 40$ a notte. Ottimo! Accettiamo di buona lena affindadogli i nostri documenti. Lui fa alcune battute e, dopo poco, esce a darci un telo rosa che spacciava per coperta. Camera 10, i like italian, security no problem, tomorrow you will see the Hollywood sign! Va bene, saliamo sul balconcino e apriamo la porta. E qui torna forte l'incipit di questo post. Meglio dormire con le scarpe. Vestiti. Sul pavimento macchie imprecisate, letto stracciato, tende appezzate e finestre rotte. Stendiamo il telo rosa sul letto e ci corichiamo con le chiavi nel taschino. Ricordo di aver pensato che se fossi finito li con una donna, di sicuro non ci avrei scopato. Io mi addormento per primo, Andrea prosegue instancabile a litigare con le prese di corrente e il mattino mi rivela di aver sentito una donna lamentarsi in modo inopportuno nel cuore della notte. "Non era sesso, qualcosa di peggio" suggellano le sue labbra. Fuori dal balcone la macchina c'è ancora. Ci svegliamo sapendo di entrare nella grande metropoli. Cappottiamo la bestia nera e partiamo alla ricerca di un'abbondante colazione (è il secondo giorno che saltiamo la cena). Ci fermiamo in uno starbucks nei pressi di Beverly Hills e divoriamo 2 fette di torta a testa. Girare Los Angeles non è facilissimo, per orientarci, questa volta, ci mettiamo un pochino di più. Trovato il bandolo della matassa, però, ce la caviamo alla grande e riusciamo a gironzolare tranquillamente per tutta la giornata tra Santa Monica Boulevard, Sunset Boulevard e Hollywood Boulevard (la via delle stelle). Mangiamo velocemente e torniamo tra le portiere della Mustang, di nuovo in Highway. San Diego ci accoglie al tramonto. A Pescadores st. incontriamo Massimo, l'amico di Andrea ed è proprio dal suo comodo divano che vi scrivo. Una doccia al nome Eldorado ci ha rinfrescato le menti e le membra. La sera è fresca e allettante. Dormiremo qui. Fra poche ore Surf.

Visitati :

Santa Barbara
Malibu - (Los Angeles)
Sunset Boulevard (Los Angeles)
Beverly Hills (Los Angeles)
Bel Air (Los Angeles)
Hollywood Boulevard (Los Angeles)
Santa Monica Boulevard (Los Angeles)
Route 5

[Lapo]

mercoledì, aprile 25, 2007

Dito Medio Inn

Benvenuti a Monterey. Ora ciò che ci stupisce non sono più le facce ma le visuali. Presa la macchina a San Francisco siamo partiti alla ricerca di macchine fotografiche a buon mercato. Fare quelle colline a bordo di una Ford Mustang decappottata è come trovare Monica Bellucci nell'uovo di pasqua della nonna.
Io e andre non ci credevamo. Quando il ragazzo dai lineamenti asiatici ci ha consegnato la macchina ci siamo guardati negli occhi e ci siamo limitati a sorridere. Smaniavamo. Giro in centro dunque, decappottati, e rotta verso l'autostrada. Due piccole precisazioni stradali: in America, ai semafori, si può svoltare a destra anche se rosso e le autostrade sono GRATIS e a CINQUE CORSIE. Ma proseguiamo. Le miglia scorrono veloci e superiamo di slancio San Jose arrivando a Monterey nel primo pomeriggio. Dopo una misera scorpacciata al Mac Donald (non credevate mica che ci fossimo tirati indietro?) abbiamo deciso di pernottare qui in zona. La scelta è ricaduta sul classico motel da film dell'orrore, dal quale attualmente vi scrivo. Casa verde inn. Saremo benedetti, ma anche qui compare il wi-fi gratuito e questo ci fa pensare che, forse, su alcune cose, questi americani sono cent'anni avanti a noi. Non so se domani avremo la stessa fortuna, intanto ringraziamo. Posati i bagagli ci siamo diretti all'acquario di Monterey. Questa enorme struttura è posizionata sulla costa e sfrutta persino intere parti di spiaggia come "attrazione". Andrea ha coraggiosamente accarezzato una manta che, per cortesia, ha deciso di non pungerlo al cuore. Il giro in macchina della città a seguito dall'uscita dall'acquario ci ha regalato due simpatici "vaffanculo". Uno, il primo, l'ho preso io in autostrada per non aver fatto qualcosa di corretto (non sappiamo ancora cosa), mentre il secondo se l'è raccattato andrea per aver cercato di fotografare una bellezza del posto tutta intenta a parlare al cellulare nella cabina della sua auto. Dito medio e via, qui va di moda e ce ne siamo accorti. Il pomeriggio è terminato su Sunset Boulevard, un'interminabile spiaggia rocciosa che circonda tutta la cittadina oltre la quale il sole va a prendere riposo. Ce lo siamo goduto tutto, il tramonto. Attimo per attimo. Fra poco andremo a cena e quel che verrà dopo non si sa ancora. Questa camera puzza di morto.

Visitati:
8th - Mission (SanFrancisco)
Freeway Route 101 South
Monterey Acquarium
Pacific Groove
Sunset Boulevard

[Lapo]

martedì, aprile 24, 2007

A volte ritornano...

Facce. Migliaia di facce che purtroppo non possiamo fotografare. Facce che mi rimarranno come ricordo più bello di questa città. Facce di barboni, disadattati, storpi, mutilati, poliziotti, pazzi, messicani, omosessuali, affaristi, sportivi, negri, indiani, gesuiti, obesi, impomatati.
Facce dell'america che più si rappresenta. Nessuno mi potrà pagare queste persone, il loro incontro casuale e le situazioni in cui ci siamo trovati. San Francisco è incredibile. Sotto questo punto di vista è una cassaforte. Ogni cinque minuti c'è qualcuno che ti urla qualcosa dietro. Ci siamo beccati parecchi vaffanculo gratuiti. Ma le ragazze camminano sole senza paura e la gente prende facilmente il vizio di accettare. Alti e bassi, contraddizioni di usi e costumi di una società che fa sognare. Malgrado tutte le critiche che si attira, questo paese conosce davvero la multietinicità. C'è da prenderne atto. Noi ci limitiamo ad approfittare di questo meltin pot, in questi pochi giorni ci passeremo attraverso. Oggi ci siamo alzati in ritardo. La corsa verso il traghetto è stata accompagnata da un tram di Milano. Si, avete capito bene. San Francisco ha in dotazione parecchi automezzi del capoluogo lombardo. Arrivati al Pier 29 (molo di partenza), siamo saliti sul traghetto appena in tempo. Il tour della fortezza è stato veramente interessante. Quelle celle vuote, quei corridoi lucidi e i ricordi dei detenuti contenuti nelle registrazioni-documentario sono molto suggestive. Carcere di massima sicurezza. Una prigione per detenuti e guardie, una specie di incubo continuo che ha cessato di esistere verso la metà degli anni 60. Pensare alla libertà ogni tanto fa bene. Pieni di interrogativi siamo rientrati sulla terraferma alla disperata ricerca di un posto per mangiare (il ritardo ci aveva fatto saltare la colazione). La scelta è ricaduta su un ristorante pseudo-italiano, nel quale abbiamo assaggiato pizza e maccheroni a ritmo di musichette meridionali e ever green da italian boy (viva la mamma di bennato in primis). Non paghi, all'uscita, ci siamo diretti nella fabbrica di cioccolato più grande e rinomata d'america: Ghirardelli. Li ci siamo abbuffati di gelato al cioccolato fino a scoppiare. Ripercorrere tutto fisherman's wharf a piedi è stato arduo ma non avevamo alternative. Tutti i tram erano pieni come i nostri intestini e non si degnavano nemmeno di sostare alla fermata. Attraversata per l'ennesima volta la città, abbiamo acquistato i biglietti per la visita del MOMA e ci siamo entrati. Ora, non è la prima volta che mi capita, ma queste coincidenze mi sbalordiscono. All'ingresso del museo ci siamo trovati davanti le due signore ubriache di ieri sera. Solo una ci ha riconosciuto. Ci siamo fermati a fare due chiaccherere e abbiamo visto l'imbarazzo negli occhi della donna che, il giorno prima, era talmente piena da aver dimenticato tutto. Saluti fatti siamo corsi per le sale, di fretta. Purtroppo siamo entrati troppo tardi e non avevamo molto tempo a disposizione. Picasso, Leichtestein, Pollock, Jhones, Klee, Wharol, Frida, Diego Rivera... Questi alcuni dei nomi in esposizione. Ringraziando una "custode" per avermi dato dell'opera d'arte mentre mi allacciavo una scarpa abbiamo scoperto che rimanevano appena 5 minuti a disposizione. Dopo esserci fatti cacciare fuori per ultimi siamo tornati verso la 7th passando per Howard st. Rientro in Hotel e preparazione, cena saltata. Domani ci attende la macchina e il viaggio verso sud.


Visitati:

Alkatraz
Fisherman Wharf
Ghirardelli
SF Moma

[Lapo]

Steamed Lice

Dopo la caduta e la pioggia di ieri ci siamo svegliati belli rinvigoriti. La giornata è iniziata al Danny's 24 hours vicino a Maket st. Il solito pieno di uova, bacon, salsiccia e quant'altro. Gonfi come zampogne ci siamo diretti al Fisherman Wharf per prenotare il traghetto verso Alkatraz. Biglietti in mano siamo tornati verso la città, direzione Crookdest St.
Questa particolare stradina è un piccolo e vertiginoso serpente che si incastra tra una strada e l'altra abbellendo la città con un contorno particolarmente fiorito e una cura maniacale dei suoi abitanti. Immaginatevi il buco di oleggio in versione californiana. Scattate le foto di rito abbiamo proseguito per Lombard st. e, instancabilmente, ci siamo addentrati nella misteriosa Chinatown passando per Russian hill. Incredibile il predominio orientale in quella parte di città. Visto che ogni mondo è paese non ci siamo stupiti dei prezzi competitivi appesi alle vetrine... a quanto pare il loro mercato sembra davvero inarrestabile. Rimanendo in tema economico, siamo passati sotto il china town gate per arrivare a dare un occhiata al distretto finanziario della città. Giunte le due, la fame cominciava a picchiare e siamo dovuti scappare in un ristorante. Cinese. Lounge bar. Rispondendo a domande aperte con movimenti della testa che sottindendevano semplici si e no siamo riusciti ad ordinare pollo al limone (andrea) e pollo in salsa di soia (lapo). Il punto più critico è maturato alla prima richiesta seria del cameriere che con verve ci ha chiesto "Steamed lice?". Con tutta la buona volontà ne io ne il buon colandre riuscivamo a capire cosa fosse questo famigerato stim lais. Neanche l'aiuto cameriere, giunto in soccorso del primo, è riuscito a farci capire il concetto. Sempre e comunque "steamed lice", nessuno si muoveva di li. Poi l'illuminazione. I due geni hanno realizzato che nemmeno in inglese gli asiatici riescono a pronunciare la "R" e così quello steamed lice era un probabilissimo STEAMED RICE! Riso bollito! Eureka! Solto l'enigma, pagato il conto, siamo tornati alla nostra amata strada. Con molta curiosità ci siamo addentrati nel quartiere di Castro, decisamente il più libertino della città. Coppie di omosessuali mano nella mano, bianchi con neri, gialli con bianchi, neri con gialli. Gruppi di marinaretti. La totale libertà. Io e andre mano nella mano, felici. Bei momenti (frase non ironica). Ma, si sa, quando ci si diverte il tempo passa in fretta e abbiamo dovuto far ritorno verso la parte nord. Ad attenderci, il Civic centre. Centro burocratico e amministrativo della città. Sosta di rito e sgroppata fino a union square per curiosare nei negozi. Sulla strada vengo colpito dalla mia passione. 10, 20 tavolini di gente che si sfida a scacchi. Mi avvicino per osservare e vengo chiamato da un signore. Un signore nero, Marvin. "2 dollars for play". Accetto, mi siedo e comincio a picchiargli mosse vincenti fino alla mia repentina resa. Mi alzo e mi complimento con Marvin. Ha battuto Paolo Nova, manco se lo immaginava. Discutiamo di alcune mosse e poi andrea mi trascina verso la piazza centrale. Giro per i vari megastore e compere rapide. Ritorno in albergo per una rinfrescata e via in qualche burger king nelle vicinanze. Triple bacon e patatine. Ci infialiamo in un pub con live music vicino a Union Square e facciamo dolci conoscenze. Due matte con capelli rispettivamente fucsia e verde acceso e una coppia di quarantenni completamente ubriache che continua a ripeterci i posti più cool della città. Dopo un po', un bel po', se ne vanno e rimaniamo alle nostre birre. Usciamo in cerca di un altro locale ma incappiamo in una duplice buca. Sia il jazz club li vicino che la discoteca AsiaSF sono già chiusi e non ci rimane altro di meglio che andare a dormire.

A presto.

p.s. Per chi si stesse chiedendo come facciamo a postare così spesso... la risposta è semplice. Google ha coperto wireless tutta la città. Poverini... Da dopo domani ci risulterà più difficile scrivere, ma faremo del nostro meglio!

Visitati:
Fisherman Wharf
Crookedest st.
Lombard st.
Chinatown
Financial District
Castro
Civic Centre
Union Square

[Lapo]

lunedì, aprile 23, 2007

Welcome San Francisco

San Francisco è un altalena. Ieri, nella nottata, dopo il resoconto lasciatovi, siamo andati ad esplorarla per cominciare a sentirne il sapore. La città è viva. Si sente il suo indistinto odore che la caratterizza dalle altre. E' un puzzo di disinfettante a retrogusto marino.
Una giornata che dura 28 ore può essere affaticante e, verso le due, siamo rientrati in albergo per riposare. La notte è durata poco, alle 9 di mattina stavamo già pasteggiando una prepotente colazione americana presso il Taylor's street coffee shop. Bacon with cheese and fruit, per gradire. Pancia piena e rotta verso il tragitto dei Cable car , i caratteristici tram da cartolina. Aspettiamo molto ma ne vale la pena. Queste enormi scatole a rotaie si impennano per le colline della città con gente aggrappata ai loro bordi. Ho la fortuna di essere tra i primi della fila e mi godo tutta la corsa sentendo l'aria battermi la pancia. Gente forestiera ci osserva, noi, tarzan metropolitani. La fine della corsa ci consegna alla riva nord, scendiamo in cerca di un mezzo di ritorno. Troviamo un negozio di bici e il mezzo di ritorno si trasforma in un tandem per girare la città. Si, ci piace l'idea di pedalare. Gambe in spalla partiamo per il Golden Gate Bridge, la colazione sostanziosa ci spinge senza fatica e troviamo persino il tempo di istigare i passanti con il nostro rozzissimo humor italiano. La vista del colosso ci stupisce, percorrerlo risulterà un impresa, soprattuto perchè non appena cerchiamo di tornare indietro comincia a piovere. Ah, anticipo, a San Franisco fa freddo, c'è aria, poco sole, tanto vento. Nella mia valigia non compaiono indumenti pesanti e comincio a risentirne. Pedaliamo, pedaliamo, pedaliamo. Giù per Golden Park, dentro questo immenso polmone verde. Lo infilziamo, stanchi morti e ci ritroviamo sulla strada per Twin peaks. Le salite diventano valichi ma il panorama vale ogni singola pedalata di coppia. La pioggia è ormai insopportabile e decidiamo di riconsegnare la bici. Il rental bike si trova dall'altra parte della città e l'attività chiude alle 19. Perchè tutta questa fretta vi chiederete? Perchè il sottoscritto, scemo come una biglia, ha immediatamente perso le chiavi del lucchetto e quindi non ci riesce di tenere la bici parcheggiata, durante le varie visite. Ok, l'impresa può essere compiuta. Giù per Market street e poi tutta la costa nord di un fiato. La pioggia rompe. Entriamo in una strada riservata ai bus, manca poco tempo ed ecco il battesimo dell'ostica giornata: un bel tuffo sull'asfalto bagnato dell'embarcadero Street. Alcuni ridono, altri paiono preoccupati. Raccogliamo vestiti e abrasioni e ripartiamo verso il negozio. Campanello rotto, bici graffiata, chiavi perse. Non male per due coglioni simili. Il gestore ci fa pagare solo il lucchetto (non si accorge degli altri danni) e ci buttiamo in un taxi. Troppo stanchi per fare 20 isolati a piedi. Al ritorno in albergo crolliamo sul letto... lasciando questo post a metà. Al mattino il pc è spento, la tv ancora accesa, la luce pure. Domani comincia una nuova giornata.

Visited :
Union Square
Taylor Street
Cable Car, Powell Street
Jefferson Street
North Beach
Golden Gate Bridge
Vista Point
Baker Beach
25th Avenue
Golden Gate Park
Japanese Tea Garden
Lincoln Way
Twin Peaks
Oak St
Market St
Embarcadero
Fisherman's Wharf

[Lapo]

Volare Volare

Siamo partiti esattamente 24 ore fa e, come al solito, tutto comicia e finisce dalle scale. Fai quelle di casa per scendere e ti ritrovi a salire quelle di una camera in albergo.... a migliaia di kilometri di distanza.
Siamo già al giro di orologio, la giornata è letteralmente volata. Non abbiamo tolto il culo da un aereo per tutto il santo venerdì 20 aprile. Milano-New york in business class, facendo finta di essere ricchi, mangiando filetto di vitello argentino e bevendo vino chileno molto simile al merlot. Abbiamo aspettato più di due ore nella grande mela e siamo risaliti a bordo per altre 6 ore di viaggio. Questa volta in economy, categoria che più si addice al nostro genere di persona. Ora abbiamo le chiappe su un letto della 7th, precisamente al Britton Hotel. San Francisco, eccoci. Comincia il nostro breve scorcio californiano. Ho con me Fante, lo riporto alle origini con grande orgoglio. Ora è tempo di uscire, il jet leg può aspettare... Tiriamo fino all'esaurimento delle energie e domani si vedrà.

Enjoy everybody.
[Lapo]

giovedì, aprile 19, 2007

Programmazione Dinamica

In data 20-04 i due baldi giovani Andrea e Paolo spiccheranno il volo per un breve sogno. Una discesa di 10 giorni della california dalla testa ai piedi. Da San Francisco a San Diego con amore, cercando di assaggiare, guardare, respirare, toccare e vivere più cose possibili. Qui ne andrà in scena un breve atto, quello che le nostre piccole macchine fotografiche riusciranno a ricordare.

[Lapo]

Un vero PornoDivo !!!!
Pekkato che ci fosse solo qll da mangiare !!!

Ecco un martire che si sacrifica per la società.....la sua società !


Ultimo saluto alle due donzelle direttamente sul luogo di lavoro!!
Luisa......va bene ke va bene......ma addirittura l'okkiale senza lenti.....
Sei troppo fuori.....

Un "Michelangelo" in discoteca....

Va bene ke è la fiera d'informatica più grande al mondo....
....ma anke gli alieni noooooo........NOOOOOOOOOO!!!!


Come si suol dire di solito.......:
"Fotocopia della carta d'identità.......FRONTE E RETRO"......ecco appunto......

Grande!! Maglia dell'Italia !!!

mercoledì, aprile 18, 2007


Fantastici "COSI" fuori dalla fiera......
......si insomma.......COSI.........sono dei COSI ke servono per COSARE......
.....MAH.....

Ke simpatico.....ke karino......poi tirava certi ruttazzi......

Ecco si appunto......avevo un po' di famina repressa.....
...."dai dai......prendo giusto qlks per stuzzicare......"
Dopo 2 ore ke addentavo qll'affare......era ankora grosso come prima!

Ristorante : "La casa del porco"......pueliiiiiiiiiiiiiino.....

lunedì, aprile 16, 2007


Ufficiale..... 2007 : non va più di moda !!
Cosa ?? Il reggipino........


Praticamente un festino di corpetti e canotte....



Simpatica e brillante! ......e......alla faccia delle spalle! Nuotatrice da pauuuuura!!
Per le tue esigenze di : "Assumo una cameriera.....ke fa anke la butta fuori......" !!


Acrobazie da vera ballerina........
Agile kome una cavallerizza.........ecco appunto......



KEMMISSILIIIIIIIIIII :))
Il peggio del peggio ....... fumo e alcol e stai da dio.....
Bella e tossica!


Ah però.....un angelo !! Si si....ovviamente qll disegnato sulla canotta.....
Valentina Effe! Come promesso faccio pubblicità! www.valentinaeffe.it

Ah però........ "GETTING THE PARTY STARTED".....
Compriamo ?? L'accendiamo ?

venerdì, aprile 13, 2007



Io : "Scusate.....ma.........KI E' QUELLA ???"
Lui : "Responsabile Marketing di Flybook".....
Io : "..........e....................."
Lui : "......e......Miss Italia nel mondo 2005".......
........AH ECCO!
Vai Luisa.......te le avevo promesse ! :)

L'allegra combricola ubriaka ke cerca di provarci kn la responsabile dell'ICE!
[Istituto del Commercio Estero]

.......Flybook Docet!
Così si scelgono ! In base al Curriculum e all'esperienza.......ecco appunto!


7000 bicchieri e bottiglie.......la schiena di una nuotatrice per fare la cameriera !!

In effetti.......alle 10 la sera......veniva un leggero languorino......
[....quello in bocca è qll ke resta di un collega.....]

giovedì, aprile 12, 2007



Le due giovani donzelle compagne di Stand e di sventura......
Venete dalla testa ai piedi........bella parlantina......evvai di dialetto......

Queste strutture un po' così......stile Liberty......
"Ah arkitetto.........mabvaff......."

Impinguinati.......ovviamente la fiera diventa una enorme discoteca....
....Birrozzo a canna .......e via......

Una bella cintura nera che stringe il busto.......e stai da dio......

Direttamente da un videogioco.......

Bhe....niente male......quasi come "FieraMilano"......
Un giardino con fontana tra un padiglione e l'altro.......OLE'....

WORMS !

mercoledì, aprile 11, 2007